I FINANZIAMENTI EUROPEI NELLA PROGRAMMAZIONE 2000/2007

 

I progetti formativi di seguito elencati sono un esempio del modo in cui i formulari del FSE rappresentavano la fase esecutoria delle linee programmatiche elaborate durante il Consiglio Europeo di Lisbona del 2000, quando vennero pianificati gli obiettivi che le istituzioni europee si erano dati. I principali erano praticamente dei paradigmi di quella nuova fase che si stava aprendo: "coesione sociale", "massima occupazione", "pari opportunità", ecc... Quegli obiettivi non vennero raggiunti già nel 2007, l'ultimo anno della programmazione post Lisbona, soprattutto perché gli indirizzi europei mal si conciliavano con molti scenari nazionali, come l'Italia, all'interno dei quali le dinamiche sociali e le politiche dell'occupazione non erano accompagnate dalla medesima cultura e vocazione politica. Un esempio potrebbe essere a tal punto preso come chiave esplicativa: quello della creazione di nuove figure professionali. Cioè a dire, nel momento in cui in un territorio emerge il bisogno di creare una figura professionale, essa deve essere inquadrata all'interno di  una strategia di sviluppo locale dove attori pubblici e privati lavorino insieme investendo e implemetando processi di sviluppo. Ma questo, in un paese come l'Italia, dove le politiche territoriali non sono il prodotto della risposta ai bisogni, ha determinato un'assenza di governance allineata alle politiche europee. I fondi strutturali quindi hanno funzionato per arricchire i grandi, medi e piccoli enti. Dopo dal 2008 ci furono i paesi di nuova entrata che imposero una diversa allocazione dei fondi strutturali, attraverso la programmazione 2008/2013, e molti enti del nord Italia persero il loro core business. Nel frattempo iniziava la crisi globale. Il disegno di Lisbona crollò definitivamente.