Questo training è stato realizzato per il personale interinale dell’Azienda di Servizi alla Persona ASP Poveri Vergognosi di Bologna nel marzo del 2012

 

 

   vite in scena

 

Training sui processi narrativi della comunicazione interpersonale

 

                                    PAROLE CHIAVE 

Pre-espressione ed espressività

 

Quotidiano ed extraquotidiano

 

Muscoli del comportamento comunicativo   

  

Sinossi della programmazione

 

Obiettivi: allenamento di alcuni muscoli del comportamento per migliorare le performances relazionali.

Tema: elaborazione di efficaci stili comunicativi attraverso la dimensione pre-espressiva.

Percorso esperenziale:

Contenuti:

  1. Pre-espressività ed extraquotidiano
  2. Espressività e quotidiano
  3. I palcoscenici sociali e i ruoli professionali
  4. Disamina dei muscoli del comportamento
  5. I risuonatori basici
  6. Danza del vento
  7. Sound of mouvement
  8. Mimesi extra-quotidiana

Durata: N° 2 incontri di 5 ore ciascuno

Metodologia d’intervento: gli incontri si sviluppano su quattro livelli di azione:

  1. Elaborazione dei concetti chiave
  2. Analisi dei contesti di lavoro
  3. Esercizi fisico-sonori di comunicazione pre-espressiva
  4. Adattamento degli esercizi al contesto lavorativo

Le azioni non devono essere considerate in sequenza diacronica, esse si alterneranno in relazione alla dinamica esperienziale dell’aula.

Abbigliamento: Abbigliamento consono ad attività fisiche, comunque tale da sentirsi a proprio agio. Uso di scarpe da ginnastica.

 

Ànthropos

 

In natura, osservando un bambino, ci si accorge che l’individuo manifesta i propri stati emotivi (felicità, paura, sofferenza, ecc…) utilizzando all’unisono i suoni verbali insieme ai movimenti del corpo.

 

Dal processo di socializzazione in poi, con l’incameramento delle norme sociali, progressivamente si ha un distacco tra la dimensione posturale e la dimensione sonora.

 

Le ricadute psico-sociali

 

Dal punto di vista psico-fisico, il processo prima descritto genera due effetti: da un lato una sorta di apnea sociale che limita i movimenti, dall’altro una contrazione dei muscoli comportamentali direttamente legati ai processi comunicativi.

 

Dal punto di vista sociale, il primo effetto si traduce, in un impoverimento delle possibilità espressive, mentre il secondo nella incapacità di dare una definizione comprensibile di se stessi.

 

Deficit relazionale  

 

Le ricadute psico-sociali determinano in tutti gli esseri umani, a seconda del tipo di processo di socializzazione subito, quattro possibili categorie di deficit relazionale, la cui intensità o prevalenza dell’uno sull’altro dipende dalle singole storie personali.

 

—  Deprivazioni espressive e comportamentali

—  Barriere sociali

—  Tensione verso il conflitto

Attitudine all’egoismo 

                                                                     

L’ecologia della comunicazione

 

è

 

un approccio alla comunicazione interpersonale, che prende in esame le modalità utili a migliorare i deficit relazionali presenti in ogni essere umano.

 

Si sviluppa su due dimensioni:

 

— Esistono dei muscoli comportamentali direttamente legati ai processi comunicativi, i quali se non sono riconosciuti ed allenati determinano fratture in ambito relazionale.

 

— Si comunica troppo spesso senza coinvolgere il corpo, amplificando il distacco tra i suoni verbali che emettiamo e i movimenti che facciamo. Questo gap impedisce una corretta centratura espressiva.

 

Su cosa vuole intervenire

 

— E’ più facile fraintendersi che intendersi a causa delle molteplici barriere sociali, che producono numerose distorsioni e malintesi.

 

— Negli scambi comunicativi emergono frequentemente momenti di negatività: dai lamenti, ai fastidi e dai conflitti agli antagonismi.

 

Gli obiettivi

che si prefigge

 

—Trasformare il disagio in possibilità.

— Superare le barriere e creare una relazione coinvolgente.

— Allenare i muscoli della comunicazione.

— Allenare il corpo a superare la propria apnea, migliorando la dimensione espressiva.

— Imparare a stare nello scambio tra sé e l’altro in modo meno egocentrico e più giocoso e

concreto. 

  Percorso di elaborazione narrativa

  

Il concetto di narrazione come modello di trasmissione e stimolazione delle conoscenze e delle prassi, fa leva sulla dimensione teatrale. Questa è utilizzata su due livelli, uno di tipo metaforico e simbolico, l’altra legata alle tecniche di allenamento dell’attore.

 

A livello simbolico viene utilizzata la metafora di Goffman che individua l’azione umana come un’azione teatrale, dove l’individuo si muove tra una scena, la dimensione pubblica, che induce ad interpretare un ruolo, e il retroscena, la dimensione privata, dove vengono dismessi gli abiti pubblici, per riappropriarsi della propria identità.

 

La differenza tra la realtà e la messa in scena teatrale sta nel fatto che gli attori per recitare utilizzano all’unisono i suoni vocali e i movimenti del corpo, esaltando l’espressività, mentre gli individui, proprio per stare sulla scena sociale, hanno perso la capacità di utilizzare all’unisono i suoni vocali e i movimenti del corpo, deprivando l’espressività e quindi la comunicazione tra se e gli altri.  

 

La pedagogia teatrale

 

Attraverso le tecniche di allenamento dell’attore, legate alla tradizione della pedagogia teatrale, è possibile appropriarsi delle tecniche per migliorare le capacità espressive, e le modalità comunicative con l’esterno.

 

L’ Analisi interna

 

—Ruoli e funzioni delle singole persone

—  Le criticità delle singole funzioni

—  Le criticità ambientali interne

—  Le criticità ambientali esterne

—  Costruzione del patto: cosa si sarebbe disposti a dare di sé per migliorare i processi interni

 

Il gioco della comunicazione

 

—La comunicazione come processo narrativo

—  Cosa significa comunicare in modo efficace

—  Le barriere interiori che ostacolano la comunicazione interpersonale

—  E’ più facile fraintendersi che intendersi

—  Trasformare il disagio in possibilità

—  Il gioco dello scambio

 

Il teatro come metafora del quotidiano

 

—Il teatro come ambiente attraverso cui costruire la rappresentazione di se stessi e del gruppo

—  I palcoscenici sociali e la rappresentazione quotidiana

—  Superare l’apnea corporea per essere più morbidi ed espressivi

 

I muscoli del comportamento collegati alla comunicazione

 

I muscoli che coinvolgono i processi comunicativi sono:

 

  •     Empatia = Mettersi nei panni altrui
  •      Controllo = Gestire l’ansia
  •      Coerenza = Chiarezza dell’azione
  •      Espressione = Essere chiari e farsi capire
  •      Tolleranza = Valutare le cose in modo imparziale
  •    Responsabilità = Affrontare i problemi senza nasconderli

 

Come i muscoli del corpo, anche i muscoli del comportamento se allenati possono migliorare le performances legate all’interazione sociale. Anche in questo caso, infatti, attraverso particolari sistemi di monitoraggio è possibile individuare gli stili comportamentali, strutturati su tre possibili livelli: Max, Med, Min. Il primo e l’ultimo sono portatori di apnee corporee, mentre il livello medio è quello ottimale per avere delle buone performances relazionali.

 

EMPATIA

 

—  Capacità di mettersi nei panni altrui

—  Capacità di avere fiducia nelle persone

 

—  MAX -   PERSONA CHE TENDE A METTERSI ECCESSIVAMENTE NEI PANNI ALTRUI – REPRIME SE STESSA PUR DI ACCONTENTARE GLI ALTRI – DICE SEMPRE DI SI – HA BISOGNO DI ESSERE APPREZZATA

 

—  MED - PERSONA CORTESE – RISPETTOSA E COMPRENSIVA – METTE GLI ALTRI A PROPRIO AGIO – SI SA PRENDERE CURA DEGLI ALTRI SENZA SVALUTARE SE STESSA

 

—  MIN - PERSONA FREDDA E DISTACCATA – FORMALE – PORTATA A PRENDERE LE DISTANZE – DIFFICILMENTE PARLA DI SE’

 

CONTROLLO

 

—  Capacità di mantenere self control emotivo e cognitivo

—  Capacità di gestire ansia e stress

 

—  MAX - PERSONA CHE TENDE AD AVERE TUTTO SOTTO CONTROLLO A TUTTI I COSTI – PRODUTTRICE DI ANSIA SE NON RIESCE AD ACCENTRARE TUTTO SU DI SE‘

 

—  MED - PERSONA CALMA – COMPOSTA – IN SITUAZIONI CRITICHE MANTIENE IL CONTROLLO, ANCHE SE TENDE A PREOCCUPARSI

 

—  MIN - PERSONA CON TENDENZA ECCESSIVA A PREOCCUPARSI E PER QUESTO PRODUCE ANSIA – NERVOSA – IRRITABILE – SI STANCA PRESTO  

 

COERENZA

 

—  Capacità di mantenere sicurezza e razionalità

—  Capacità di chiarezza nell'osservazione delle cose

 

—  MAX - PERSONA SICURA DI SE' – PREVEDIBILE – AFFIDABILE – ECCESSIVAMENTE RIGIDA E SCHEMATICA – HA DIFFICOLTA' AL CAMBIAMENTO

 

—  MED - PERSONA SICURA E REALISTA – NON IMPULSIVA – CERTA DELLE PROPRIE COMPETENZE MA PRONTA A METTERLE IN DISCUSSIONE

 

—  MIN - PERSONA INSICURA – CONFUSA – IMPREVEDIBILE – VOLUBILE – INCERTA -CAMBIA SPESSO OPINIONE

 

ESPRESSIONE

 

Capacità relazionarsi in modo efficace

  Capacità di socievolezza

  Chiarezza di esposizione 

 

 MAX - PERSONA MOLTO SOCIEVOLE - SI RELAZIONA CON FACILITA' ANCHE IN AMBIENTI NON CONOSCIUTI - SPIGLIATA – DISINVOLTA – APERTA

 

—  MED -   PERSONA CHE ROMPE IL GHIACCIO FACILMENTE – BUONA COMUNICAZIONE – POTREBBE NON SEMPRE ESPRIMERE TUTTO QUELLO CHE HA DENTRO

 

—  MIN - PERSONA MOLTO RITIRATA – LA COMUNICAZIONE DIVENTA UNA BARRIERA

 

TOLLERANZA

 

Capacità di valutare la situazione in modo imparziale

 

—  MAX - PERSONA TROPPO IN ACCORDO CON GLI ALTRI – ACCONDISCENDENTE – DICE SEMPRE DI SI

 

—  MED - PERSONA EQUA E TOLLERANTE – RIESCE AD AVERE UNA DUPLICAZIONE VELOCE: RIPETE E SVOLGE CORRETTAMENTE, COMPRENDENDO IL MESSAGGIO DEL COMUNICATORE

 

—  MIN - PERSONA CHE VEDE SOLO CIO' CHE NON VA – IPERCRITICA – SUSCETTIBILE – CREA SPESSO PROBLEMI INTERPERSONALI

 

RESPONSABILITA'

 

—  Capacità di affrontare problemi senza nasconderli

—  Capacità di prendere l'iniziativa

—  Sentirsi punto sorgente di ciò che ci circonda

—  Capacità di essere pro-attivi

 

—  MAX - PERSONA CHE TENDE AD ASSUMERSI TROPPE RESPONSABILITA', NON LASCIANDO SPAZIO AGLI ALTRI – DEVE SENTIRSI SEMPRE AL CENTRO DELL'ATTENZIONE - PRESUNTUOSA – EGOCENTRICA – INVADENTE

 

—  MED - PERSONA CHE SI SFORZA A DETERMINARE MIGLIORAMENTI ANCHE IN AREE CHE NON SONO DI SUA COMPETENZA – CAPACITA' D’INIZIATIVA – BUONA VISIONE DEI PROCESSI D'INSIEME – BUON PROBLEM SOLVING

 

—  MIN - PERSONA CHE TENDE A SCARICARE SUGLI ALTRI LE RESPONSABILITA' – POCO OBIETTIVA – VITTIMISTA – PERMALOSA – LAMENTOSA – CRITICA TUTTO E TUTTI

 

Espressività ed extraquotidianità

   

Esercizi per superare l’apnea corporea e rafforzare i muscoli della comunicazione attraverso l’extraquotidianità

 

·       Sound of movement: Empatia

·       Danza del vento: Controllo

·       Mimesi extraquotidiana: Coerenza

·       Mimesi e rappresentazione: Espressione

·       Divergenza e convergenza: Tolleranza

·       Messa in scena: Responsabilità

 

Esercizio N° 1: “Sound of Movement”

  Questo tipo di esercizi prendono spunto dal metodo Linklater, che parte dal presupposto che ognuno possiede una voce in grado di esprimere l'infinita varietà di emozioni, complessità di stati d'animo e sfumature di pensiero di cui fa esperienza. Questa è la nostra voce naturale, la voce che è in noi "per nascita".

 

Questa voce tuttavia è nel corso della nostra vita modellata e condizionata da influenze esterne e da scelte personali relative all’immagine che vogliamo dare di noi stessi.

 

La voce che ci è familiare, quella a cui siamo abituati, potrebbe risultare molto limitata nella performance sociali. Perché la nostra voce familiare potrebbe essere in balia delle tensioni accumulate nel corso della vita e aver imparato a mascherare piuttosto che a rivelare i nostri pensieri e i nostri sentimenti, tanto da non essere disponibile alla libera espressione del contenuto di uno “script” sociale.

 

Riuscire a liberare le energie della vocalità naturale, mettendole in relazione ai movimenti corporei, permette di sviluppare prevalentemente il muscolo dell’empatia.

Attraverso questi esercizi si intende, quindi, lavorare sugli inibitori tra suoni vocali e movimenti corporei, al fine di riattivare nell’organismo le sue innate capacità di risposta agli stimoli, per comunicare ma anche per ricevere bisogni e pensieri.

  1. Attivare il corpo
  2. Attivare il respiro
  3. Attivare la scala dei risuonatori

                    

Esercizio N° 2: “danza del vento”

 

Quante volte nella vita quotidiana si dice o si sente dire: “Oggi qui c’è un’energia negativa”. Spesso, frasi come queste servono a descrivere situazioni di criticità quando si perde il controllo delle capacità espressive e della sintonia nell’interazione tra persone.

 

La danza del vento è una tecnica di gestione dell’energia fisica e mentale creata da Iben Nagel Rasmussen. Questa tecnica si traduce, dal punto di vista fisico, in un esercizio fuori equilibrio, cioè il corpo va in disequilibrio e anziché lasciare che il peso cada verso terra lo si trasforma in energia per compiere un’altra azione. Il contatto con il suolo serve da spinta verso l’alto, senza scaricare a terra il peso, e trasformandolo in energia da portare nello spazio, simulando la medesima dinamica del vento.

 

Il vento, in natura, compie la funzione di ponte, guidando gli uccelli nelle loro migrazioni o portando il polline da un territorio all’altro. Allo stesso modo attraverso un passo di danza molto semplice si permette al corpo di andare verso le casuali direzioni dello spazio, senza perdere mai il controllo e usando l’energia fisica in modo aereo.

 

Le immagini simboliche di riferimento possono essere di due tipi, una basica e una di movimento:

  1. immagine basica: volare soffiati dal vento;
  2. immagine di movimento

Mediante la danza del vento è possibile quindi individuare e sperimentare diverse qualità di energia: quella del lancio del corpo nello spazio, quella del momento del volo, quella dell’atterraggio prima di cadere, quella del passaggio da un’azione all’altra. Tutto ciò produce la possibilità di sperimentare il proprio rapporto con l’intensità del tempo, il ritmo e le direzioni nella relazione tra spazio e luogo.

 

L’esplorazione dei diversi modi di usare l’energia, il suo fluire organico e continuo, l’agire sulle possibilità di dare leggerezza ai movimenti fisici, sono la diretta conseguenza di una sorta di costrizione che induce il corpo e la mente a lavorare insieme, al fine di mantenere il passo armonizzato con il respiro.

 

All’interno di questo esercizio, che appunto si trasforma in azione, vengono aggiunte altre due soluzioni nel rapporto tra spazio e luogo, che rappresentano l’incontro con il mondo fisico, e quindi con Alter:

  1. il tirare a sé   è lo stop, cioè ci si ferma, trattenendo l’energia all’interno del proprio corpo;
  2. il lancio

 

La mimesi extraquotidiana

 

Attraverso la mimesi extraquotidiana si incrociano esercizi fisici ad azioni finalizzate a mettere all’unisono movimenti corporei e suoni vocali, per agire prevalentemente sul muscolo della coerenza.

 

Esercizio N° 3: “Mimesi delle immagini”

 

Interpretare con i movimenti del corpo due immagini o foto legate al quotidiano che in qualche modo si riflettono sul lavoro. Questo esercizio agisce sul muscolo dell’espressione.

 

Azione di divergenza e convergenza

 

Individuare in gruppo delle figure simboliche che rappresentano le criticità di una giornata di lavoro.

 

Ognuno dei partecipanti scelga una figura simbolica da interpretare.

 

Scrivere due frasi/espressioni verbali significative che connotano le criticità di una giornata di lavoro, legata alla figura simbolica scelta, una in positivo, l’altra in negativo.

 

Quest’azione sviluppa il senso di assertivitàche dovrebbe essere il motore delle performances sociali e fa leva sul muscolo della tolleranza.

 

Esercizio N° 4: “Mimesi e rappresentazione”

 

Fondere la mimesi delle immagini alle espressioni positive e negative elaborate in fase di convergenza in un unico quadro. Anche questo esercizio agisce sul muscolo dell’espressione.

 

Azione di messa in scena finale

 

Costruire in una unica sequenza una messa in scena con i singoli quadri, incrociando esercizi ed azioni. L’azione di messa in scena è il prodotto finale del percorso che rappresenta in un certo senso il momento catartico. Verrà spiegato in aula perché fa leva sul muscolo della responsabilità.