STORIE DI CURRICULUM

 

Quando iniziai la professione di formatore era il 1993, e mi ero da un anno laureato in Scienze politiche. Gli anni ottanta dell’edonismo reaganiano erano trascorsi, tangentopoli era appena esplosa. come anche la prima guerra nel golfo. Dal sud del mondo arrivava una nuova minaccia, dopo che la guerra fredda era terminata con la caduta dei muri. Erano gli anni in cui dall’Europa il Fondo Sociale Europeo veniva finalizzato alla lotta contro la disoccupazione giovanile e la riqualificazione. La formazione professionale diventava, insomma, la nuova frontiera nello sviluppo della conoscenza, ed un nuovo termine anglofono s'imponeva quasi come uno slogan: know how, cioè la conoscenza come risorsa.

 

Nel ’93 iniziavo a collaborare con la cattedra di Sociologia delle comunicazioni di massa, dell’Università di Catania, con la quale mi ero laureato, scrivendo una tesi, che in seguito diventerà un seminario, proprio sull’impatto mediatico della prima guerra del golfo. Conducevo laboratori sul rapporto tra media e potere durante il novecento. Lì iniziai a costruire il mio know how, sia dal punto di vista massmediologico, che dal punto di vista della comunicazione politica, strumento che utilizzerò come consulente negli anni a venire, con l’organizzazione di campagne elettorali per candidati di varie estrazioni.

 

In effetti la dimensione della comunicazione era stata dagli anni giovanili l’ambito più stimolante per me. Fu il giornalismo il motore di tutti i miei interessi futuri. Presi l’iscrizione all’albo dei pubblicisti nel ’92. In quel periodo scrivevo per un quotidiano della sera, occupandomi prevalentemente di cronaca politica, giudiziaria e mafia, che poi in Sicilia è praticamente la stessa cosa, soprattutto a quel tempo. Nel frattempo, dato che i proventi del mio lavoro languivano, cercavo di occuparmi di più cose contemporaneamente, e fu così che misi su il mio primo vero ufficio stampa, per una compagnia teatrale che si chiamava FabbricaTeatro.

 

Nel 95 divenni Direttore didattico, della filiale di Catania, di un famoso ente di preparazione universitaria. Li compresi cosa significasse lavorare in un sistema organizzativo complesso, e ne studiai le specificità; anche perché era una realtà non sindacalizzata, ad un altissimo livello di competizione interna. Ciò significava che il clima organizzativo era strutturato su personalismi così accentuati che era necessario attivare sapienti meccanismi di gestione dello stress, a me fino a quel momento sconosciuti. Questa situazione m'indicherà una delle strade per approfondire temi di comunicazione aziendale. Comunque, in quella occasione potei anche approfondire alcuni ambiti disciplinari di tipo sociologico che avevo tralasciato durante gli anni di Scienze politiche, che mi portarono a frequentare per tre anni dei seminari di approfondimento  presso l’università di Urbino.

 

Voglio essere molto sincero: quella esperienza fu per me estremamente formativa, poiché mi mise a diretto contatto con i miei limiti, dal punto di vista morale prima di tutto; ma poi mi aprì molte mappe mentali, dal punto di vista professionale, che sviluppai successivamente. Infine da quella esperienza compresi definitivamente quanto in un contesto lavorativo gli esseri umani possano cadere davvero in basso.

 

Nel ’96, insieme all’attività di consulente politico, iniziai il percorso nella formazione professionale FSE, collaborando con vari enti, percorso che si chiuderà nel 2003. Le mie discipline erano prevalentemente legate al rapporto tra linguaggio e media, con un po’ di marketing, impastando sociologia, semiotica, scienza della comunicazione, sociologia dei media, marketing strategico in un unico pentolone, soprattutto quando dovevo seguire i project work.

 

Mi resi conto di una cosa e cioè che quei corsi erano assolutamente fini a se stessi, completamente slegati dal mercato del lavoro. Ciò voleva dire che le risorse personali di un formatore potevano fare la differenza, non tanto per entrare nel mercato del lavoro, ma per rendere godibile l’intervento didattico, anche perché la motivazione dei discenti era estremamente bassa, ciò che li teneva dentro un aula erano le tremila lire l'ora che guadagnavano solo per il fatto di essere lì.

 

Questa verità fu per me un fortissimo stimolo, prima di tutto dal punto di vista didattico, cioè rispetto alla capacità di trasmissione delle pillole di sapere che, tradotto, significa:  uso del linguaggio, espressività, ritmo, costruzione degli scenari, quadri logici. Ma poi c’era anche un altro aspetto su cui cercai di lavorare per affinare la mia professionalità e cioè la ricerca di una possibilità per rendere efficace l’intervento, in modo tale che una volta usciti da lì i ragazzi potessero farne un qualche uso. Ma questo era lo scoglio più arduo da superare.

 

Feci una considerazione di fondo, se quegli interventi restavano fini a se stessi, quale poteva essere una modalità utile per dare qualcosa di più a quei ragazzi? Maturai una certezza che ogni intervento didattico poteva innescare una dimensione mentale nelle persone: il cambiamento. Se attraverso un intervento didattico riuscivo, anche in una sola persona, ad innescare un cambiamento in positivo, avevo dato un senso sociale al mio lavoro. Così, questa divenne la mia bussola…

 

Nell’ultimo scorcio degli anni novanta inizia ad occuparmi di disagio sociale, utilizzando le tre aree d’intervento possibili: consulenza, formazione, informazione/editoria.  Tutto iniziò col voler soddisfare una esigenza e curiosità sociale, mettendo alla prova ciò che avevo studiato ad Urbino, nell’ambito della crisi del legame sociale. Feci il volontario in un progetto di educativa territoriale, finalizzato alla prevenzione primaria, in un quartiere ghetto di Catania, controllato da un clan mafioso. Bisognava avvicinare i minori e poi le famiglie, costruendo delle micro strategie sociali con le agenzie territoriali del quartiere, il tutto governato dal centro sociale comunale. A dire il vero fu una delle esperienze più belle e formative della mia vita: potei toccare con mano la realtà vera, non quella sui libri, individuando le logiche legate al fallimento nel rapporto tra welfare e sviluppo locale.

 

Entrai in contatto con un centro studi e iniziai a fare consulenza organizzativa per le cooperative sociali che cominciavano a sorgere, era il momento della nascita della legge sulle onlus. Feci un po’ di formazione a soggetti svantaggiati nell’ambito di progetti europei, ma soprattutto fondai una cooperativa sociale di tipo A che faceva informazione sui temi del disagio e del volontariato: fondai una rivista di settore e feci delle trasmissioni televisive.

 

Nel 2003 cambiai vita e ovviamente luogo di lavoro. Da buon emigrante andai a lavorare in Emilia Romagna, occupandomi prioritariamente di progettazione europea e quindi anche progettazione didattica nell’ambito del FSE, ma anche di formazione aziendale, prevalentemente attraverso enti che gestivano i fondi interprofessionali.

 

In quest'ultimo settore mi resi conto che la linea di demarcazione tra formazione e consulenza era estremamente sottile, anzi l’una non poteva escludere l’altra. La fase consulenziale non poteva prescindere da qualsivoglia progettazione didattica, perché dall’analisi dei bisogni derivava l’attività formativa. Spesso, come racconterò in seguito, il check up aziendale non veniva effettuato, oppure non veniva effettuato dal formatore o ancora veniva elaborato sulla base di percezioni.

 

I miei interventi vertevano sulla comunicazione aziendale interna o esterna, e lavorando per piccole e medie aziende di varie tipologie, innescare dei cambiamenti era un lavoro complicato. Fu in quel momento che mi resi conto, per quanto l’Emilia Romagna rimane una delle regioni italiane tra le più vocate allo sviluppo aziendale, come fosse difficile attivare i meccanismi del cambiamento, per ciò che concerneva le due direzioni della comunicazione aziendale. Anzi, questa realtà misurava la distanza tra l’Italia e gli altri paesi europei avanzati.

 

In questo sito ho raccontato, attraverso gli strumenti didattici utilizzati negli anni, le principali esperienze della formazione o forse le più emblematiche, partendo proprio dalla fine, cioè dal modello drammaturgico della comunicazione ecologica, che rappresenta oggi il mio principale ambito d’intervento legato alla comunicazione interna, che ha superato gli approcci tipici degli anni novanta sintetizzabili nel concetto di comunicazione efficace.

 

 Attualmente

Dipendente ASP Città di Bologna. Giornalista indipendente.

Formazione

Laureato in Scienze Politiche presso l'Università di Catania, nel 1992, di formazione sociologica.

Approfondimento di alcuni temi accademici, in particolare disagio e legame sociale tra il 1996 e il 1999, presso la facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino.

Collaborazioni Università

Collaboratore di Cattedra dal 1992 al 1996 presso la Cattedra di Sociologia delle Comunicazioni di massa, Università degli Studi di Catania: attività sui linguaggi mediatici e conduzione di laboratori didattici sui temi legati al rapporto tra media e potere.

LINK DI APPROFOMDIMENTO

Giornalista pubblicista

Iscritto dal 1992 all'Ordine Nazionale dei Giornalisti, Elenco pubblicisti – Attualmente afferente all'Ordine Regionale Emilia Romagna.

Anni 80/90: cronaca giudiziaria, cronaca politica, cultura, mafia, disagio sociale: Settimanale Sud Catania, Quotidiano Espresso Sera Catania, Free press Lapis Catania, Radio Marte Catania, Periodico Esserci CataniaTeleSicilia Color Catania.

2003/2009: Immigrazione, inclusione sociale e modalismo con l’associazione Orchestra Do Mundo e la rivista telematica Lucidamente.

Dal 2010 a oggi: blogger ed Editor del progetto on-line Radio Cento Mondi.

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Dal 2012 al 2017: collaborazione con il giornale on line Frontiere News.

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Uffici stampa - Laboratori di giornalismo - Libera

Responsabile e addetto uffici stampa e comunicazione dal 1992 al 2007: FabbricaTeatro Catania; Associazione Itaca Catania; Progetto BoSound Bologna; Associazione Orchestra Do Mundo Bologna.

Curatore nel 2008 del laboratorio di comunicazione giornalistica “Press Lab” ed esperienze di informazione on-line, in particolare sui temi dell'inclusione sociale e del mondialismo; Casa editrice InEdition, Bologna; Istituto Aldini Valeriani, Bologna.

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2018/19: Laboratori di Giornalismo e comunicazione per l’ASP Città di Bologna, nell’ambito dei programmi di Alternanza Scuola-Lavoro.

2016/17: Progetto di Comunità “No Borders News”, in collaborazione con il Centro Interculturale Zonarelli di Bologna.

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2017: Collaborazioni con i portali di notizie Blasting News e Notizie.it.

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2019: Associazione Libera - R.I.G.A. CoRRuzIone SepoltA Bologna, tra dinamiche corruttive e strumenti anticorruzione - Autore dell'inchiesta: "Mondo Sepolto. Come contabilizzare la corruzione: sulla tracce del denaro".

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Progettazione e gestione progetti

Dal 2004 al 2007: Progettista programmi FSE, Equal, Leonardo, presso Efeso e Irecoop.

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2008: Co-progettista e  tavoli di pilotaggio: progetto "Adotta un Ritmo", Cooperazione Decentrata 2008 in tre città brasiliane del nord est, Fortaleza, Salvador e Recife, sui temi legati all'inclusione sociale dei minori nelle favelas e delle vittime di turismo sessuale, con capofila il Comune di Bologna.

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Servizio pubblico

Dal 2009 al 2014:  gestione dei progetti europei “Lecim” e “Mistra” sulle politiche di inclusione sociale nell’ambito del programma LLPP, scambio di prassi tra città europee, Budapest e Burgas - Sportello protezioni internazionali - ASP Poveri Vergognosi di Bologna. 

Dal 2009 al 2014: Progettazione e gestione dello "Sportello Integrazione e Autonomia per Richiedenti e Rifugiati" (SIARR), all'interno dei Programmi:

- laboratorio delle prassi;

- programma FAI;

- programma europeo FER "I contorni dell'accoglienza";

- Progetto territoriale Sprar Bologna.

Sportello protezioni internazionali - ASP Poveri Vergognosi di Bologna.

2015: Ufficio di progettazione sociale ed europea - Direzione generale - ASP Città di Bologna.

2017/2019:Coordinamento e monitoraggio del sistema di mediazione interculturale centralizzata del comune di Bologna — Servizio Protezioni Internazionali - ASP Città di Bologna.

2018/2019: Tavolo Comunicazione Sprar/Siproimi Bologna — Servizio Protezioni Internazionali - ASP Città di Bologna.

Consulente e formatore

Dal 1995 al 2001: Consulente comunicazione politica e campagne elettorali, per candidati nel bacino territoriale siciliano.

Tra il 2006 e 2007: Consulente attività di Benchmarking e Documentazione, progetto S.I.S.I.Fo: DinamicaMedia Ferrara.

Tra il 2006 e il 2007:Consulente Ricerche di mercato e focus group KnowMark Bologna.

Tra il 2007 e 2008: Consulente Risorse umane, Profexa SRL Bologna.

Dal 2007 al 2010: Consulente piani di comunicazione per aziende private, Fondazione Ater Modena, Anpas Emilia Romagna, SMS Group di Ancona, Terranalisi Cento (FE).

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Area comunicazione/ Formazione Formatori/Training

Dal 1992 al 2012 - Formatore corsi professionali e aziendali:

Gruppo Euroconsult Catania, Osservatorio Mediterraneo-Centro Studi Formazione e Ricerca Catania, AFAE Progetto Horizon Catania, Comune di Militello Val di Catania Progetto formativo L.P.U. “La Via del Barocco”, CESCOT Sicilia, CONSIEL Sicilia, Confesercenti Catania, Confartigianato Catania, Centro Sviluppo Agricolo e Rurale Perugia, Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori Catania, Futura SPA San Giovanni in Persiceto (BO), Scuola Centrale di Formazione Bologna, Quisisana Ostellato (FE), ASP Poveri Vergognosi Bologna.

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